Includere la salute sociale nell'assistenza sanitaria

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7/11/2019

Salute emozionale e salute sociale concorrono a mantenere il benessere mentale e fisico delle persone

Negli ultimi anni è avvenuto un processo di frammentazione sociale e studi su larga scala hanno evidenziato che le condizioni di isolamento sociale e solitudine percepita influenzano in modo grave la salute mentale e fisica delle persone. In alcuni paesi europei sono già operativi sistemi di monitoraggio e di prevenzione all'interno dei piani per la salute allo scopo di ridurre l'impatto sociale ed economico del fenomeno, ridurre lo stigma sociale che accompagna le condizioni di fragilità e il rischio di marginalizzazione e favorire un nuovo patto sociale tra cittadini e istituzioni.


Già 10 anni fa nell’ambito dell’European Pact for Mental Health and Well-being erano state individuate come fattori di rischio per la salute alcune condizioni psico-sociali che interessano oggi una percentuale molto ampia di cittadini: cambiamenti improvvisi e repentini nel corso della vita, incertezza e instabilità relazionale e lavorativa, cambiamenti di modalità comunicative e relazionali (in parte dovuti alla crescente digitalizzazione), solitudine ed isolamento, aumento dello stress. In particolare erano state individuate come cruciali per il mantenimento della salute mentale 5 aree prioritarie di intervento:
1. Prevenzione della depressione e del suicidio
2. Salute mentale e formazione dei giovani
3. Salute mentale nei luoghi di lavoro
4. Salute mentale nella popolazione anziana
5. Contrasto dello stigma e dell’esclusione sociale.


Studi recenti dimostrano che negli ultimi anni è effettivamente avvenuto un processo di frammentazione sociale, sono aumentate le famiglie composte da un solo individuo e in alcune aree – anche della nostra regione - raggiungono il 45%; i suicidi rappresentano la seconda causa di mortalità tra i giovani, soprattutto tra i maschi; sta crescendo il fenomeno degli hikikomori (isolamento volontario); la depressione e le dipendenze patologiche compromettono fortemente la qualità di vita degli individui e delle famiglie, oltre che impattare sulla produttività ed efficienza lavorativa e sull’apporto alla comunità.
Nel recente congresso internazionale “Leaving Loneliness – Building Relationships” tenutosi a Udine, anche con il sostegno della regione (3-7- luglio 2019), il problema della solitudine è stato identificato come il prossimo grande problema di salute pubblica, a livello globale. Studi prospettici su larga scala hanno evidenziato che le condizioni di isolamento sociale e di solitudine percepita influenzano in modo grave la salute mentale e anche la salute fisica. 

In Friuli Venezia Giulia 1 famiglia su 3 è composta da 1 sola persona, metà delle quali ultrasessantenni. Un valore in aumento negli ultimi anni, non solo per il progressivo invecchiamento della popolazione, ma anche per le diverse composizioni dei nuclei familiari, in seguito ai cambiamenti che si verificano nel corso della vita.
I dati rilevati da Telefono Amico Italia su 5473 richieste di aiuto pervenute dal Friuli Venezia Giulia nel 2017 segnalano in prevalenza situazioni di disagio sociale, legato alla sfera della solitudine, difficoltà di relazione e isolamento (33% delle chiamate), in particolare per persone tra i 56 e i 65 anni, con un aumento significativo anche della fascia 35-55. 


La nostra regione quindi, per numero di abitanti, composizione demografica, esperienze e competenze, può aspirare a una riorganizzazione dei livelli di assistenza che – oltre alle fondamentali e necessarie prestazioni socio-sanitarie - includa azioni per la rilevazione e il monitoraggio della salute sociale e l’adozione di idonee misure di prevenzione.


(Estratto dei contenuti esposti in occasione dell'Audizione con la III Commissione permanente del consiglio regionale sul DDL 70)